Teatro

Napoli. Interno. Giorno. ed è cult show per il Napoli Teatro Festival

Napoli. Interno. Giorno. ed è cult show per il Napoli Teatro Festival

Napoli, una lunga storia di amore e di odio quella che la lega ai suoi cittadini, quelli che ancora non si arrendono a volerla una città possibile, in cui non siano confermati quei luoghi comuni che, purtroppo, in molti casi, sono triste realtà. Carmine Borrino è un giovane autore-attore che, nella sua ancora pur breve drammaturgia, ha più volte, da varie angolazioni, espresso questa rabbia, dettata da un evidente disagio, di vivere in una terra che, pur amandola, gli restituisce un’immagine e lo accomuna ad una teoria comportamentale che non gli appartiene.  Con “Napoli Interno Giorno” prodotto e portato in scena dalla Crash, egli riesce a compiere, sul soggetto originale di Beatrice Baino, una perfetta sintesi di quanto lo disturba e l’offende nella sua città. Lo spunto offertogli dalla Baino è senz’altro vincente, far girare il pubblico con i due personaggi principali della piece, un medico “di famiglia” ed il suo imminente sostituto, rispettivamente interpretati da Enilio Massa e Roberto Cardone, attraverso un percorso le cui tappe sono segnate da pazienti che definire originali è fin troppo efeumistico. I due medici, quello perfettamente integrato con il malcostume cittadino, che, anzi, egli alimenta con comportamenti truffaldini e meschini, ed il suo vice (in cui evidentemente l’autore si rappresenta) il quale, appena tornato da Milano, decide di vivere nella sua Napoli, nonostante tutto, combattendo, da moderno don Chisciotte, contro la melma fagocitante che soffoca la città costringendola a soccombere. Ma, nel conoscere i suoi pazienti, ecco che dei barlumi di speranza affiorano inaspettatamente ora nel basso della moglie del boss, ora nell’appartamento borghese della vecchia Titina, dove incredibilmente la vita vince sul degrado comportamentale. Quasi un trattato socio-antropologico quello di “Napoli Interno Giorno”, che, a parte qualche eccesso interpretativo che rischia di far cadere in farsa quell’ironia accennata dal testo, si avvale anche di un buon cast che, oltre i già citati e validi protagonisti, si avvale di una bravissima Luana Pantaleo, dei convincenti Marco Luciano (che firma anche la composta regia, con un buon uso degli spazi e dei tempi), Sara Saccone e Beatrice Baino, nonché della gradevole partecipazione di Anna Troise e quella, in un piccolo cameo, dello stesso autore. Lo spettacolo vince nella sua giusta collocazione festivaliera e convince il pubblico che ha l’occasione di apprezzare anche la gustosa interpretazione all’improvviso degli abitanti del centro storico partenopeo, inconsapevolmente (?) coinvolti nello spettacolo. Applausi ed apprezzamenti arrivano meritatamente agli attori, ed il festival della leggerezza segna un altro punto a suo favore.